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Ricostruzione del seno

La reconstruction mammaire par implant après mastectomie

Ricostruzione del seno tramite impianto :
Questa rimane la tecnica di ricostruzione più comune al mondo. Presenta molti vantaggi (intervento a breve termine, dolore localizzato solo al seno) ma anche diversi svantaggi (presenza di un corpo estraneo, necessità di cambiare le protesi dopo 8-10 anni, difficoltà a mobilizzare il braccio).
La via di inserimento dell'impianto avviene attraverso la cicatrice della mastectomia (asportazione del seno) o per via areolare (mastectomia sottocutanea con conservazione dell'areola).
Spesso si consiglia l’uso di un impianto temporaneo chiamato “espansore” o “espansore”. Permette di scegliere il volume finale del seno ricostruito grazie ad un'iniezione di fluido fisiologico (acqua) attraverso la pelle. Dà risultati più precisi ma richiede un secondo intervento per il posizionamento dell'impianto definitivo (da 3 a 6 mesi dopo il primo intervento).
Ricostruzione del seno per pazienti con geni BRCA (cancro al seno ereditario):
Certamente questa ricostruzione è favorita dall’immediato posizionamento della protesi durante l’asportazione del seno. L'impianto viene fatto passare attraverso la via areolare con una cicatrice limitata. I risultati estetici e le complicanze sono fortemente associati al consumo di tabacco. In questo caso il rischio di necrosi areolare (perdita di vitalità dell'areola) è molto maggiore rispetto ai non fumatori.
Complicazioni successive al posizionamento degli impianti:
A breve termine, i rischi di infezioni, ematomi e produzione di linfa fanno parte di quelle che chiamiamo complicanze a breve termine.
L’ematoma può formarsi dopo un intervento chirurgico di protesi mammaria. La sua frequenza è intorno al 5%. L'evacuazione in sala operatoria è necessaria se l'ematoma è grande.
L'infezione è rara, l'igiene pre e postoperatoria può ridurne la formazione. Una terapia antibiotica mirata e l’assunzione di antinfiammatori possono risolvere questo tipo di problema. In caso di ascesso potrebbe essere necessario il drenaggio in sala operatoria e la rimozione dell'impianto.
Per le complicanze a lungo termine bisogna sicuramente considerare il guscio, l'asimmetria e la dislocazione dell'impianto.
L'impianto viene identificato come corpo estraneo dal nostro organismo. La guarigione attorno all'impianto forma una sorta di membrana chiamata “guscio periprotesico”. Questo guscio si forma dopo alcuni mesi ed è sottile. Dopo qualche anno la conchiglia aumenta di spessore rendendo il seno più sodo e talvolta scomodo.
Inizialmente può essere presente un'asimmetria perché i seni hanno volumi diversi, soprattutto in caso di intervento su un solo lato. Se il problema persiste, un intervento di simmetria risolve la complicazione.
Quando si parla di lussazione si intende uno spostamento dell'impianto rispetto alla sua posizione iniziale. Potrebbe essere necessaria una correzione in caso di dislocazione significativa.
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